VideograficaeditriceWB01709_.gif (378 byte)WB01709_.gif (378 byte)WB01709_.gif (378 byte) GENERALIZZAZIONI WB01709_.gif (378 byte)WB01709_.gif (378 byte)WB01709_.gif (378 byte) Videograficaeditrice

GIORNALISTICHE

la Repubblica - 21 DICEMBRE 1997 La maledizione biblica delle ferrovie

di Turani editorialista della pagina economica del quotidiano la Repubblica

buona lettura dalla Videoeffe


SE QUESTO fosse un Paese serio, e non disperatamente buonista e accomodante, i libri contabili delle Ferrovie finirebbero lunedì mattina in Tribunale, con la richiesta urgente di avviare subito la più grandiosa procedura di fallimento della storia da Adamo e Èva ai giorni nostri. Contemporaneamente, lo Stato dichiarerebbe che esiste in Italia un'emergenza "ferroviaria" e affìderebbe la gestione del trasporto a mezzo treni alle ferrovie svizzere (o tedesche, ma andrebbero benissimo anche le spagnole). Naturalmente, il nuovo gestore verrebbe dotato di pieni poteri: dovrebbe rispettare solo il codice civile (ma con qualche buona eccezione) e il codice penale. Se si facesse questo, forse fra vent'anni l'Italia tornerebbe a disporre di un servizio ferroviario decente, dignitoso, frequentabile. Insomma, se questo non fosse un Paese disperatamente buonista e accomodante, da lu-nedì si volterebbe pagina nello scandalo delle ferrovie italiane, che è uno dei più grandi mai registrati in un Paese e che pre-senta una schiera infinita di colpevoli. In compenso non c'è nemmeno un innocente. So già che mi arriveranno alcune migliala di lettere di protesta dei ferrovieri (è già accaduto) e complessi e lunghissimi documenti sindacali, tutti tendenti a dimostrare che mi sbaglio. Ma non è vero. Tarlano i numeri. Le Ferrovie italiane sono, in questo momento, il più grande perditore di soìdi d'Europa e forse dell'intero pianeta. AUa collettività, ai cittadini, treni e ferrovieri costano ogni dodici mesi come metà di una buona Finanziaria, cioè sui dieci mila miliardi (ma probabilmente mi sbaglio per difetto). In cambio, abbiamo un servizio che è sotto gli occhi di tutti. Se non è il più arretrato d'Europa, poco ci manca. Le cifre? Fanno paura solo a guardarle. Leggo, ad esempio, che nel 1996 le Ferrovie hanno perso quasi cinque mila miliardi. Ma so già che non è vero. E ' una bugia.

E LA PROVA arriva subito. Le Ferrovie incassano meno di 4.900 miliardi, e ne spendono 10.900 (di miliardi) per pagare il personale. E già a que-sto punto i miliardi persi sono sei mila (e non meno di cinque mila). Ma i treni italiani, benché scassati, in ritardo, propensi come nessun altro a volare fuori dai binari o a restare inchio-dati su quegli stessi binari (co-me i muli di una volta), non van-no a acqua o con le chiacchiere dei sindacalisti ferroviari. Consumano energia elettrica, e an-che in una discreta quantità. Poi ci sono anche da pagare gli in-teressi sugli 84 mila (avete letto bene: 84 mila) miliardi di debiti accumulati (pari all'intero fatturato del gruppo Ifì-Agnelli, tanto per fare un confronto). Tutta questa roba chi la paga? Lo Stato. Infatti, lo Stato versa ogni anno moltissimi soldi alle Ferrovie per scopi "sociali", tipo mandare un asmatico treni-no in un paesino dove i vecchi lo guardano e si ricordano di quando erano più gagliardi. Conti fasulli., insomma, fumo negli occhi della eente, numeri buttati sui giornali tanto per di-re qualcosa, in perfetto stile ^g ferroviario: dai energia, premila manetta, che an-diamo a Roma, e se va male ci fermiamo a Lodi, tanto è lo stesso. Così fanno anche con i numeri. Infatti, è più seria un'altra cifra (al posto di quella delle perdite di bilancio): quella che dice che dal 1984 al 1996, dodici anni ? quindi, le Ferrovie sono costate allo Stato italiano (suppongo tra finanziamenti vari e ripianamento delle perdite) 260 mi-la'miliardi. Cioè più di 20 mila miliardi all'anno. Venti mila miliardi, ogni anno, nell'arco degli ultimi dodici anni: questa non è un'azienda, è una maledizione biblica. I colpevoli, dicevo prima, so-no una serie infinita. Ammini-stratori, dirigenti, politici (che hanno voluto nel corso dei de-cenni binari e treni ovunque ci fosse un loro possibile elettore), ma anche, e soprattutto, i sin-dacati e i ferrovieri. Tutta gente che dentro lo scandalo delle fer-rovie in questi anni ci è ingrassata, si è fatta forte, e se n'è allegramente sbattuta delle centinaia di miliardi che hanno bruciato nel ten-tativo di fornire un servizio che non è un servizio ma in incubo. Le prove? Eccole. Mediamente un ferroviere costa il doppio di quello che costano i lavoratori dell'industria. Nes-suno sa dire perché. Un ferro-viere italiano costa, mediamente, quasi una volta e mezza quel-lo che costa un ferroviere ingle-se (perché? E' più bravo, ha stu-diato di più? O solo perché ha sindacati più irresponsabili?). In compenso la produttività di un macchinista tedesco è del 67 per cento più alta di quella di un macchinista italiano. POTREI continuare per un mese a citare dati come questi, e anche peggiori. Un controllore dei treni spagnoli fa, da solo, il lavoro di tré controllori italiani. Un ferroviere spagnolo riesce a fare la manutenzione di due chilometri di bi-nario, l'italiano arriva fino a 830 metri e poi cade esausto. Potrei continuare per un mese. ma a che cosa servirebbe? In questa orribile storia, che ci costa dai 10 ai 20 mila miliardi all'anno, sono tutti compiici. Mi meraviglio solo che, in un'epoca in cui hanno saputo far fare al sindacato italiano tantissime scelte dolorose e responsabili, persone perbene come Cofferati, Larizza e D'Antoni perdano ancora tempo con i ferrovieri e con le loro buste paga e i loro privilegi. Per cominciare a ricostruire le Ferrovie bisogna fare i conti con i ferrovieri e con i loro sindacati. Bisogna spiegargli (con le buone o con le cattive) che ormai si stanno nutrendo di un cadavere, perché questo sono le Ferrovie italiane: un morto. Fino a quando nessuno farà questo (e capisco che si tratti di cosa politicamente scomoda, scomodissima), lo scandalo andrà avanti. Con ferrovieri pagati il doppio di quello che si dovrebbe e con 850 mila persone (suppongo loro parenti) che hanno il diritto di viaggiare gratis, come se le Ferrovie fossero un'allegra fotocopia di Disneyland e lo Stato italiano Babbo Natale.

Videoeffe


 WB01709_.gif (378 byte) WB01709_.gif (378 byte) WB01709_.gif (378 byte)

Come contattarci - Come contattarci - Come contattarci