Binari a Santhià  

Santhià e la ferrovia: una storia che dura da 150 anni.

 

Viaggio su alcune linee ferroviarie piemontesi, tra passato e presente:

la Torino-Milano, la Santhià-Biella,

la tramvia Santhià-Ivrea, la Santhià-Arona. 

Obiettivo del lavoro

Attraverso questo libro si sono voluti far conoscere e valorizzare alcuni aspetti della realtà ferroviaria locale, partendo dai quali si è passati a considerare – seppure in modo superficiale – problemi e tematiche di valenza più generale. Sperando di essere riusciti a trasmettere ai comuni lettori una parte delle “sensazioni” che il mondo delle ferrovie riesce a dare agli appassionati, l’autore auspica che il sistema ferroviario possa tornare “di moda” anche nel nostro Paese e riassumere così quel ruolo di servizio pubblico capillare che storicamente gli compete.

L’autore

Mario Matto è autore di una ventina di lavori, tra pubblicazioni e rapporti di ricerca. In anni recenti ha realizzato analisi di natura socio-economica per conto di Regione Piemonte, Province di Torino e Alessandria, Camera di Commercio di Torino, Agenform di Cuneo, Comuni di Torino, Vercelli e Santhià. Oltre all’attività didattica (dapprima presso la scuola superiore, poi presso l’Università degli Studi di Torino, dove attualmente svolge i corsi di Economia del Turismo e di Politiche del turismo) e a quella consulenziale, si occupa di cultura locale, territorio, ambiente, turismo e montagna. Recentemente ha costituito e presiede un’associazione (A.V.Ri.L., Associazione per la Valorizzazione delle Risorse Locali) che si propone di promuovere e realizzare studi su argomenti di interesse locale non adeguatamente conosciuti o valorizzati.

 

Contenuti del lavoro e guida alla lettura

Il lavoro si suddivide in dieci capitoli, in ciascuno dei quali si concentra l’attenzione su un determinato aspetto della variegata realtà ferroviaria locale. Quasi ogni capitolo riporta schede di natura tecnica (o “curiosità” di tipo amatoriale), che consentono al lettore di approfondire il tema di base affrontato nell’ambito del relativo paragrafo. Qualora non interessassero, però, questi approfondimenti potranno essere saltati senza che venga interrotto il filo del discorso.

Volendo accennare ai contenuti del lavoro, si può anticipare che nel primo capitolo viene svolta una sintesi della storia ferroviaria del nostro Paese, al fine di disporre di un supporto tecnico mediante il quale interpretare i diversi aspetti analizzati nei capitoli successivi. Il secondo riporta una rassegna di vicende storiche o aneddotiche relative alla stazione di Santhià, dall’epoca della sua costruzione agli anni recenti, mentre con il terzo inizia l’analisi delle linee locali, per ciascuna delle quali vengono forniti un inquadramento storico e qualche dato di natura tecnica sul tracciato e sulle caratteristiche di esercizio. In fondo ai capitoli dedicati alle linee è inserita una sorta di “descrizione di viaggio”, a cui è riservata una duplice finalità: da una parte quella di consentire un “viaggio virtuale” sulle diverse linee, durante il quale poter scoprire le caratteristiche tecniche delle stesse (stazioni, andamento del tracciato, ponti, gallerie ecc.), dall’altra quella di fornire descrizioni o peculiarità sul territorio e sugli ambienti attraversati, allo scopo dichiarato di promuoverne la riscoperta. Le linee vengono considerate in ordine cronologico di costruzione: si parte così dalla Torino-Novara (capitolo terzo) per passare alla Santhià-Biella (capitolo quarto), alla tramvia Santhià-Ivrea (capitolo quinto), alla ferrovia internazionale per Arona (capitolo settimo) e alla nuova linea ad alta capacità Torino-Novara-Milano (capitolo nono). Il capitolo decimo propone infine la riscoperta del treno come mezzo turistico, presentandone alcune possibilità di utilizzo relativamente inconsuete. 

Quasi ogni capitolo, come detto, propone approfondimenti di varia natura (per esempio sulla rete tranviaria un tempo esistente nell’area, sulla realizzazione del traforo del Sempione o sui siti archeologici rinvenuti in occasione della costruzione della ferrovia ad alta capacità); due di questi approfondimenti sono diventati capitoli autonomi: si tratta del sesto e dell’ottavo, dedicati, rispettivamente, alle Officine Magliola, di cui vengono fornite una sintesi storica e una panoramica dell’attività svolta, e ai mezzi di trazione più frequentemente utilizzati sulle nostre linee (con particolare attenzione alle automotrici termiche).

Accanto a dati di tipo storico o tecnico, trovano posto anche numerose osservazioni, valutazioni e commenti di varia natura, così come ricordi personali e proposte di tipo amatoriale; questo per rendere i contenuti del lavoro più “partecipati”, nell’auspicio di poterne condividere le vicende con altri appassionati.

Un lavoro divulgativo con queste caratteristiche avrebbe potuto essere impostato seguendo diversi approcci metodologici: per esempio, lo studioso di documenti d’archivio avrebbe probabilmente privilegiato il recupero e l’analisi di atti e articoli concernenti episodi, provvedimenti, regolamenti, discussioni o vicende legate al personale; l’appassionato di tecnica ferroviaria avrebbe forse preferito un approccio tecnico-ingegneristico, analizzando per esempio le caratteristiche dei materiali rotabili che si sono avvicendati sulle nostre linee nel corso degli anni. Si sarebbe anche potuta privilegiare la prospettiva di analisi dell’economista dei trasporti, che avrebbe verosimilmente condotto valutazioni sull’efficacia degli interventi effettuati e sull’opportunità di intraprenderne altri; infine, seguendo un approccio di tipo storico-economico, si sarebbe potuta condurre un’analisi delle ricadute socio-economiche che le infrastrutture ferroviarie hanno portato alla nostra città, nel corso di un secolo e mezzo di storia.

L’approccio adottato è stato invece quello dell’appassionato che vuole condividere questo interesse con altri lettori: per questo motivo nessuna tra le prospettive di analisi ricordate è stata del tutto trascurata, ma, allo stesso tempo, nessuna ha costituito la linea portante del lavoro.

Questa scelta giustifica il rilievo dato agli aspetti più strettamente amatoriali, messi in risalto soprattutto là dove si sono volute fornire indicazioni sui rotabili e sui tracciati delle linee. Alcune di queste informazioni, oltre a rappresentare vere e proprie “curiosità”, sono state date con l’auspicio di poter trasformare un semplice viaggio in treno in un’occasione per conoscere un po’ di più la realtà ferroviaria, sia con riferimento ai rotabili su cui si viaggia che alle caratteristiche del tracciato che si percorre. Naturalmente questo contributo potrà risultare utile soprattutto per chi viaggia una volta ogni tanto, ma non è escluso che anche chi si sposta tutti i giorni possa scoprire qualche aspetto a cui non aveva mai avuto occasione di pensare.

 

Prefazione

Gli anni che stiamo vivendo offrono l’occasione per commemorare numerosi anniversari legati alla realtà ferroviaria santhiatese: nel 2005, infatti, oltre ad aver ricordato il centenario della nazionalizzazione delle Ferrovie dello Stato, si sono celebrati il primo secolo di vita della linea Santhià-Arona e il centocinquantenario dell’apertura della stazione di Santhià, che iniziò infatti a svolgere il proprio servizio quando venne attivata la tratta Novara-Chivasso (e cioè l’8 aprile 1855), prima parte dell’importante relazione che avrebbe poi collegato Torino con Milano.

Nel 2006 si potranno festeggiare i 150 anni della Santhià-Biella e del completamento della Novara-Torino (entrambe aperte tra il settembre e l’ottobre 1856), mentre tra maggio e giugno è stato celebrato il centenario dell’apertura della linea internazionale del Sempione, inaugurata il 1° giugno 1906 e destinata a rivoluzionare la circolazione ferroviaria in tutto il Piemonte nord-orientale.

A queste rievocazioni storiche si deve aggiungere l’apertura all’esercizio della prima parte della nuova linea ad alta capacità fra Torino e Milano (fino ad oggi è stata completata la tratta Torino Stura-Novara) e l’inaugurazione del collegamento diretto fra Torino e l’aeroporto internazionale “Malpensa 2000”, avvenute entrambe il 10 febbraio di quest’anno, in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino. I prossimi anni vedranno il completamento dell’intero collegamento veloce tra Torino e Milano, l’apertura del quale è prevista nel 2009.

Si tratta dunque di un periodo particolarmente ricco di ricorrenze in materia di treni e ferrovie, come ha voluto sottolineare anche la 42ª Mostra nazionale di pittura contemporanea tenutasi a Santhià nei mesi di maggio e giugno 2005, il cui tema annuale, dedicato proprio al mondo dei treni, aveva come titolo: «Rotaie, la via di ferro, simbolo di Civiltà e Progresso».

Una simile coincidenza di avvenimenti ferroviari mi è sembrata l’occasione ideale per parlare un po’ di treni e ferrovie o, come dice il titolo, per proporre un viaggio attraverso il passato e il presente delle strade ferrate locali. L’occasione si è concretizzata nella pubblicazione del presente lavoro, dedicato a tutti coloro che hanno a che fare con il mondo dei treni, o perché appassionati del settore o perché viaggiatori abituali o, ancora, perché legati per le più svariate ragioni a questa realtà: non va infatti dimenticato che molti Santhiatesi sono praticamente “cresciuti” con i treni, udendone per anni i suoni e respirandone gli effluvi (o i rumori e gli odori: dipende dal punto di vista... ), perché residenti nei pressi della stazione o in quanto studenti o lavoratori pendolari o, ancora, perché qualcuno, in famiglia, è stato (o è tuttora) ferroviere.

Il nostro centro ha infatti legato da molto tempo una parte del proprio destino a quello dei treni: la presenza della ferrovia ha del resto garantito buone opportunità di lavoro a centinaia di Santhiatesi (e non solo), a cui vanno aggiunte le migliaia di occasioni lavorative fornite negli anni dalle Officine Magliola, azienda che a sua volta ha legato la propria storia alla costruzione e alla riparazione di veicoli ferroviari, contribuendo a generare la percezione, tuttora piuttosto diffusa (anche nelle località vicine), secondo la quale tra la nostra città e il mondo dei treni esiste una sinergia non comune.

Questa sensazione è del resto giustificata dal fatto che la stazione di Santhià è diventata, nel corso degli anni, un punto di riferimento per un territorio molto ampio, un vero e proprio “porto d’imbarco” posto a servizio non soltanto dei comuni limitrofi, ma anche di una parte del Biellese, del Vercellese occidentale, del Canavese (in particolare dell’Eporediese) e persino della bassa Valle d’Aosta.

La buona posizione logistica del nostro centro ha infatti consentito alla sua stazione di assumere un’importanza piuttosto rilevante nell’ambito dello spazio territoriale circostante, tanto che è possibile affermare che oggi siano relativamente poche le realtà urbane della dimensione di Santhià ad avere una stazione sempre così frequentata, al centro delle abitudini e degli interessi quotidiani di centinaia di persone.

Le ferrovie sono del resto fortemente connesse anche con il territorio locale: esse “circondano” – per così dire – la nostra realtà urbana da ogni lato, tanto che oggi, dopo la costruzione della linea ad alta capacità, partendo da Santhià e spostandosi verso qualsiasi direzione esterna, si incontrano sempre una o più linee ferroviarie, da superare o mediante i classici passaggi a livello o attraverso cavalcaferrovia o sottopassaggi (inserendo tra questi ultimi anche i numerosi transiti stradali che passano al di sotto del nuovo viadotto ferroviario dell’alta capacità che attraversa la periferia santhiatese). Quindi le ferrovie costituiscono un po’ una caratteristica “naturale” del paesaggio locale: si tratta di una ragione in più per descrivere questa realtà, così strettamente connessa al nostro centro, dal punto di vista sia territoriale che culturale.

 

Indice

 

Prefazione

- Contenuti del lavoro e guida alla lettura

- Fonti e ringraziamenti

 

Capitolo 1

   L’evoluzione delle ferrovie italiane: una sintesi storica

- Il contesto di partenza: il “fervore ferroviario” piemontese di metà Ottocento

- Dall’Unità d’Italia ai primi interventi di riorganizzazione del sistema ferroviario

- Lo sviluppo dell’industria ferroviaria nazionale e l’introduzione dei primi “comfort” per i

   viaggiatori

- Il “Ventennio” e i treni popolari

- Dal secondo dopoguerra alla riforma degli anni Ottanta

- L’intervento delle regioni e il rilancio dei “rami secchi”

- La nuova “rivoluzione ferroviaria” di fine secolo

 

Capitolo 2

   Santhià e le ferrovie: una storia lunga 150 anni

- La ferrovia arriva a Santhià

- Le ferrovie come fattore di sviluppo economico dell’area

- Qualche episodio accaduto nei 150 anni di storia ferroviaria locale

 

Capitolo 3

   La linea ferroviaria Torino-Novara-Milano

- La realizzazione della tratta da Torino a Novara

- La realizzazione della tratta da Novara a Milano

- Un’infinità di rotabili e di mezzi di trazione

- Gli orari

- Una linea tecnologicamente avanzata

- In viaggio sulla Torino-Milano: una sintetica descrizione degli spunti paesaggistici

   - Da Milano a Torino

   - Da Torino a Milano

 

Capitolo 4

   La Santhià-Biella, una delle prime ferrovie d’Italia

- I primi anni

- La Società Anonima “Strade Ferrate di Biella”: una società ferroviaria all’avanguardia

- Il subentro delle Ferrovie dello Stato (1951) e il nuovo tracciato da Candelo a Biella (1958)

- La riqualificazione della linea

- Da due linee a una sola: la Santhià-Biella-Novara

- Gli orari e le coincidenze

- Il paesaggio da Santhià a Biella visto dai finestrini del treno

- La prosecuzione del viaggio sulla Biella-Novara

 

Capitolo 5

   La tramvia Santhià-Ivrea e la rete tranviaria locale

- Introduzione

- Il progetto di strada ferrata da Santhià a Ivrea del 1858

- Una linea ad alta capacità tra Santhià, Aosta e Martigny?

- La linea tranviaria da Santhià a Ivrea

- Il ruolo delle tramvie nella società del tempo

- Le tramvie del Vercellese

- Le tramvie del Biellese

- La chiusura delle linee

 

Capitolo 6

   Le Officine Magliola

- Breve storia delle Officine

- Gli anni recenti

- Una visita agli stabilimenti

- Il settore della manutenzione dei rotabili: alcune caratteristiche

 

Capitolo 7

   La Santhià-Arona: una linea dalle potenzialità latenti

- Una gestazione durata più di 50 anni

- L’inaugurazione

- I 100 anni del tunnel del Sempione

- Una linea poco utilizzata

- Uno sguardo agli orari del passati e a quelli di oggi

- Da linea internazionale a “itinerario alternativo”

- Il paesaggio da Santhià ad Arona visto dai finestrini del treno

   - Da Santhià a Romagnano Sesia

   - Da Romagnano Sesia ad Arona

 

Capitolo 8

   I rotabili delle linee secondarie santhiatesi

- Introduzione

- Dalla fine del vapore alle diverse automotrici termiche, tra aspetti tecnici

  e qualche ricordo personale

- Le ALn 772

- Le ALn 773

- Le ALn 668

- Le “nostre” ALn 668 Breda

- Dalle ALn 668 alle 663

- Le ALn 663

- I complessi Minuetto

 

Capitolo 9

   La linea ad alta capacità Torino-Novara-Milano

- La costruzione della linea

- Un’opera colossale

- Il tracciato e le opere principali

- La tutela delle norme in materia ambientale

- Una nuova rete regionale di linee ferroviarie veloci

   - L’ipotesi di collegamento ad alta capacità Ivrea-Santhià-Alessandria

 

Capitolo 10

   Linee locali e turismo ferroviario

- Le caratteristiche del turismo ferroviario: la situazione italiana

- Il treno come strumento di incentivazione del turismo

- Il turismo ferroviario sulle linee descritte in questo libro

   - Il servizio “treno+bici”

- Da rami secchi a percorsi verdi

   - Il ripristino della viabilità dolce

- I treni storici come occasione per riavvicinare il pubblico al treno

 

Postfazione

- La passione per i treni, tra “alti e bassi”

 

Bibliografia

 

Elenco delle schede di approfondimento

(Ciascuna è inserita all’interno dei vari paragrafi, dove fornisce approfondimenti di tipo tecnico rispetto ai temi di fondo ivi trattati).

 

Capitolo 2

- La stazione di Santhià: un polo di attrazione per il territorio circostante;

- Azioni di sabotaggio compiute dalle formazioni partigiane.

 

Capitolo 3

- TAF e Minuetto;

- Viaggiare in sicurezza con il Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT).

 

Capitolo 4

- La ferrovia Biella-Novara: una linea dalla lunga gestazione;

- Da Santhià a Oropa su treno e tram: un ricordo della tramvia più ardita d’Italia.

 

Capitolo 5

- Il progetto di collegamento ferroviario tra Santhià e Ivrea predisposto nel 1934;

- Le tramvie del Vercellese (diverse schede);

- Le tramvie del Biellese (diverse schede).

 

Capitolo 6

- Le carrozze “Vivalto”;

- Lo spostamento dei rotabili all’interno delle Officine.

 

Capitolo 7

- Una linea dalle numerose interconnessioni: il problema delle coincidenze;

- Riconoscere qualche cima dai finestrini del treno.

 

Capitolo 8

- Lo stato delle assegnazioni dei mezzi di trazione in alcuni depositi locali;

- Un cenno ai turni di servizio dei rotabili.

 

Capitolo 9

- Alimentazione, segnalamento e sicurezza;

- I siti archeologici rinvenuti nella tratta Torino-Novara;

- Il nodo di Novara;

- La Torino-Lione: le ragioni del sì.

 

Capitolo 10

- La reintroduzione di treni turistici lungo itinerari insoliti: qualche esempio;

- Il ripristino dei collegamenti internazionali sulla Santhià-Arona;

- Il recupero della sede tranviaria della Biella-Oropa.

 


Ultimo aggiornamento : 12/11/2006